Una visita nella Tuscia non può prescindere da una bella esperienza enogastronomica!
E già, perché oltre alle sue testimonianze artistiche e paesaggistiche, il territorio viterbese ci offre anche una vasta gamma di prodotti D.O.P e D.O.C che padroneggiano sulle nostre tavole e vengono riproposti con orgoglio nei piatti tradizionali nei numerosi ristoranti della provincia.
E per i buongustai che non si accontentano di provare i prodotti della tradizione viterbese durante un pranzo, tra una visita e l’altra, ma vogliono invece conoscere più da vicino vini, oli extravergine d’oliva, nocciole, castagne, formaggi, legumi, e prodotti norcini e caseari, suggerisco vivamente di prenotare una degustazione guidata, una visita a un frantoio, a una cantina storica o un caseificio… l’esperienza sarà sicuramente sublime!
Ma vediamo più da vicino cosa questa meravigliosa terra ha da offrirci…
Iniziamo allora dall’offerta vinicola della Tuscia, veramente variegata e comparto di eccellenza e di qualità agroalimentare.
Volendo elencare il non plus ultra, inizierei sicuramente dagli 8 vini D.O.C., ai quali è esteso anche il marchio di eccellenza “Tuscia Viterbese”.
Il più famoso, quello legato alla storia del prelato Defuk e alla sua passione per il buon vino è l’ Est! Est!! Est!!! prodotto a Montefiascone, vino bianco che si accompagna bene con antipasti, primi piatti di pesce, e con fritture di pesce di mare e di lago.
Rimanendo poi sempre nella zona del lago di Bolsena, passerei all’Aleatico di Gradoli, un vino rosso che si abbina bene alla pasticceria secca e ai dolci con le nocciole e che è prodotto nelle tipologie dolce, liquoroso e liquoroso riserva.
Spostandoci lungo la costa troviamo invece il D.O.C. Tarquinia, bianco, se prodotto con uve di Trebbiani e di Malvasie, o rosso, con Sangiovese, Montepulciano e Casanese. Sempre lungo i dolci pendii costieri, abbiamo il D.O.C. Cerveteri, anch’esso nella versione bianco o rosso.
Rientrando verso l’interno, sui monti Cimini, troviamo il D.O.C. Vignanello, anch’esso bianco se prodotto con uve del Malvasia del Chianti, del Trebbiano Toscano e del Greco, e rosso con uve del Ciliegiolo e del Sangiovese. Entrambi si abbinano bene a zuppe e minestre di cereali, arrosti e carni diverse. Sempre in zona Cimina troviamo il D.O.C. Colli Etruschi Viterbesi, che comprende tipologie di vini espressione di monovitigni, come Procanico, Grechetto, Rossetto, Moscatello, Violone, Canaiolo e Merlot.
Arriviamo infine nella valle del Tevere, a Castiglione in Teverina, dove si produce invece il D.O.C. Orvieto, dal caratteristico colore giallo paglierino, prodotto nelle tipologie secco ed amabile, indicato come aperitivo o con piatti di verdure di stagione, carni bianche e formaggi freschi.
Per quanto riguarda invece i vini I.G.T. (Indicazione Geografica Tipica), ricordiamo il Lazio, il Colli Cimini, e il Civitella D’Agliano.
Consiglio di assaggiare i vini del bacino lacustre di Bolsena in una delle cantine storiche di Montefiascone, con una degustazione ad hoc per voi, abbinando la visita a quella di Montefiascone stesso, oppure alla vicina Civita di Bagnoregio, a Bolsena o a Viterbo.
Se invece vi interessano i vini costieri, allora sicuramente non mi farei scappare l’occasione di visitare la necropoli etrusca della Banditaccia a Cerveteri.
Ci sono poi i negozi specializzati, che saranno ben lieti di farvi assaggiare i vini di cui vi ho parlato sopra, abbinandoli sapientemente alle specialità gastronomiche.
Passiamo ora all’olio extravergine d’oliva, nelle due varietà DOP Canino e DOP Tuscia, considerato da sempre l’oro di questa terra.
Influenzati dai greci, che ne importarono qui la coltivazione, furono gli etruschi a diffonderne le tecniche di estrazione e ad utilizzarlo sia nella preparazione dei loro piatti che per ungere il corpo degli atleti o accendere lucerne .
L’altissima qualità dei nostri oli è garantita da una lavorazione che cerca di preservare le qualità organolettiche conferite naturalmente da un terreno di origine vulcanica, fertile e ricco di sostanze nutritive preziose.
L’olio extra vergine d’oliva troneggia sulle tavole della provincia viterbese ed è impiegato come ingrediente base in quasi tutte le ricette, dalla semplice bruschetta, alle varie zuppe di legumi e verdure, alle ricette a base di pesce.
Potete assaggiare il DOP Canino, piccante e dal sapore fruttato, prenotando una degustazione presso un azienda produttrice o un frantoio o in qualche negozio specializzato in prodotti locali e, se volete, vi suggerisco di abbinare l’esperienza enogastronomica a quella culturale, visitando il parco archeologico nazionale di Vulci, o la necropoli etrusca di Tarquinia.
Se volete invece spostarvi più a sud, potete fare la stessa cosa con il DOP Tuscia, nelle varieà DOP Tuscia Teverina e DOP Colli Cimini abbinando una visita a Tuscania ,Viterbo, Palazzo Farnese di Caprarola o Palazzo Altieri di Oriolo Romano.
NOCCIOLE
Varièta “tonda gentile romana“, è lei che la fa da padrona nella bassa Tuscia, nel comprensorio del lago di Vico e dei Monti Cimini, dov’è chiamata “nocchia“ la gente locale.
Il seme, questa squisita perla coltivata da secoli in questi luoghi, viene consumato fresco, essiccato oppure tostato. Può essere utilizzato sia intero che tritato ed è adatto alla preparazione di torte, biscotti, gelati, creme e anche liquori. Da provare a questo proposito i famosi “tozzetti”, inzuppandoli magari un bicchiere di buon Aleatico, come piace fare a noi. Oppure lasciatevi tentare dalla crema di nocciole prodotta dalle industrie locali…assolutamente superlativa!
Potete assaggiare le nocciole durante una degustazione di prodotti tipici, abbinandola magari a una visita guidata con me a Palazzo Farnese di Caprarola o al parco Archeologico di Sutri o a Viterbo!
E dopo la nocciola, non possiamo tralasciare la castagna, presente nella Tuscia con le varietà Marrone dei Monti Cimini e Marrone di Latera, e ultriore prodotto di primaria importanza del settore agroalimentare della provincia di Viterbo. Il primo, coltivato e raccolto nei comuni di Ronciglione, Caprarola, Soriano nel Cimino, Canepina, Vallerano e Viterbo, e il secondo coltivato nell’alta Tuscia.
A noi piace utilizzate le nostre squisite castagne fresche, soprattutto arrostiste o lessate in padella con l’aroma del finocchio selvatico, oppure come ingrediente per primi e secondi piatti. Se vogliamo invece conservarle le trasformiamo in “mosciarelle”(castagne secche appunto) dalle quali si ottiene la farina per fare il “Castagnaccio”.
Nel mese di ottobre i piccoli centri del comprensorio Cimino dedicano alla castagna grandi festeggiamenti con sagre dove, a primeggiare sugli stand gastronomici e nei piatti serviti nella magica atmosfera delle cantine scavate nel tufo sono appunto i marroni.
Quindi non fatevi sfuggire l’occasione e venite a provare di persona la castagna della Tuscia, abbinandola a una bella visita guidata al palazzo Farnese di Caprarola.
Rimanendo nel settore agricolo ricordiamo infine altri prodotti di prima qualità come la patata dell’Alto Lazio, le Lenticchie di Onano, i “Ceci del Solco Dritto” di Valentano, i “Fagioli del Purgatorio” di Gradoli, il “farro del pungolo” di Acquapendente, ingredienti base delle nostre squisite zuppe. E poi ancora le Ciliege di Celleno, il Carciofo di Tarquinia, il Cavolfiore Bianco e il Cavolo Broccolo Romanesco, l’Asparago di Canino…
Anche il settore dell’allevamento (bovino, ovino e suino) riveste un ruolo importante nell’economia della Tuscia, e non potrebbe essere altrimenti, in una terra così ricca di pascoli!
Tra i prodotti d’eccellenza di questo comparto non possiamo non nominare l’Agnello della Tuscia, la Carne di bovino maremmano, o il Coniglio Verde “Leprino di Viterbo”.
Tra i prodotti norcini, mi viene invece l’acquolina in bocca al solo pensiero del profumo e del sapore del capocollo della Tuscia , della Coppa di testa della Tuscia, del Guanciale della Tuscia, della Porchetta arrotolata della Tuscia, del Prosciutto della Tuscia, del Salame cotto di Nepi e della Susianella di Viterbo.
E non parliamo poi dei formaggi, sia a base di latte vaccino, che di pecora o di capra. Squisita la ricotta, i pecorini, e la caciotta Viterbese, prelibatezze da abbinare magari con i mieli locali o alle mostarde.
SE VOLETE APPROFONDIRE IL DISCORSO NON ESITATE A CONTATTARMI, UNA GOLOSA COME ME HA SEMPRE DEI SUGGERIMENTI DA DARE QUANDO SI PARLA DI BUON CIBO!