Questo piccolo gioiellino, spesso lasciato fuori dai consueti itinerari turistici della Tuscia, si inserisce a pieno titolo nell’ambito dei palazzi-villa che sorsero nell’attuale provincia di Viterbo nella seconda metà del XVI secolo.
A volerlo, in posizione dominante sulla piccola piazza di Oriolo Romano, pittoresco borgo da lui fondato con l’intento di creare una città ideale, fu Giorgio III Santacroce. La sua opera fu proseguita poi dal figlio Onofrio, il quale trasformò il primo palazzo in villa nobiliare, commissionando a Giovanni Baglione superbi affreschi ispirati a episodi dell’antico testamento.
Il palazzo passò poi per un periodo alla famiglia Orsini, e venne acquistato nel 1671 da papa Clemente X, al secolo Emilio Bonaventura Altieri il quale, coadiuvato dal cardinal nepote Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni, fece apportare notevoli trasformazioni.
Al periodo Altieri risale la sala da pranzo in stile neoclassico e la galleria dei Papi, nella quale è possibile ammirare una delle poche raccolte esistenti di ritratti di tutti i pontefici succedutisi da San Pietro ai nostri giorni.
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Se si ha voglia di un’escursione naturalistica, a palazzo Altieri può essere abbinata una visita alle vicine rovine dell’antica Monterano, città nata su un luogo di precedenti insediamenti etruschi e romani e che fu progettata su commissione degli Altieri da Gian Lorenzo Bernini. Le rovine sono inserite all’interno della Riserva Naturale Regionale Monterano, in un affascinante connubio tra natura e architettura.